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FEDE E CULTURA

Torna l’antica arte campanaria ad Arrone e nei paesi della Valnerina

Se il proverbiale fra’ Martino volesse suonare le campane della Valnerina, avrebbe solo l’imbarazzo della scelta. Si intitola infatti

Campane e campanari della Valnerina. L’arte campanaria nella tradizione popolare tra memorie, ricordi e fede il ricco saggio scritto da Riccardo Palmieri (Nuova Eliografica Spoleto, pagg. 288, euro 18).

L’autore, di giovane età, è non solo un appassionato ma uno del mestiere: appartiene ai campanari di Arrone, dove nel 2002 si è costituito un gruppo dedito a questo antico mestiere dopo il ripristino del campanile di San Giovanni Battista, danneggiato dal terremoto del 1997. Oggi - si ricorda nella presentazione - la gran parte delle campane vengono azionate elettricamente, con lo svantaggio però che gli operai addetti “non si sono curati minimamente di organizzare il concerto delle campane seguendo le tradizionali suonate, ma applicando ai vari bronzi dei ritmi di suonata standard”. Così, tornare al vecchio metodo consente anche una riscoperta di tipo culturale. Palmieri si è messo a girare per il territorio, a fotografare le campane, ad ascoltare chi le suona, a registrare le melodie tipiche del luogo, a raccogliere materiali d’archivio. Ne è uscito un libro spesso, pieno di immagini e di informazioni. Se è vero che questo strumento così poetico ha dato origine all’antipatico termine “campanilismo”, è altrettanto vero che un insegnamento importante nella vita è quello di “ascoltare tutte le campane”. Se possibile, ascoltarle suonate a mano da chi continua a offrire non solo le braccia ma anche l’orecchio musicale a lode di Dio.

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