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Contro le “dipendenze” si fa rete

Fare rete funziona, anche in un settore delicato come quello della prevenzione e del contrasto dei fenomeni collegati alle dipendenze. Ne è la riprova l’esperienza maturata in Umbria nel novembre 2013 con la firma di un protocollo d’intesa da parte di tutte le istituzioni del territorio perugino: prefettura, Regione, Comune, Provincia, questura, forze dell’ordine, servizi sociali, Ufficio scolastico regionale, Asl, Università, Adisu e diocesi di Perugia-Città della Pieve. Tanto da decidere di prolungare l’esperienza e siglare un nuovo protocollo per il 2016-2017. Il protocollo firmato a suo tempo prevedeva un piano di attività per il biennio 2014-2016. Ormai passati i due anni dall’avvio dell’esperienza, i soggetti coinvolti hanno voluto incontrarsi per capire cosa è stato fatto, quali i risultati raggiunti e quali gli obiettivi da perseguire. L’iniziativa si è svolta venerdì 22 nel palazzo della Provincia di Perugia. “La filosofia che sta alla base di questo protocollo – ha spiegato il prof. Roberto Segatori dell’Università degli studi di Perugia – è ‘fare insieme per fare meglio’. I fenomeni collegati alle dipendenze sono tali e tanti che non è possibile darvi risposte parziali. Tutti i soggetti coinvolti lavorano nel quotidiano con queste problematiche, ma il rischio è che i singoli interventi settoriali, pur I campi di azione del protocollo sono stati essenzialmente tre: informazione, sperimentazione e formazione. “In merito al primo ambito – ha spiegato Segatori – è stata costruita una banca dati costantemente aggiornata, volta a raccogliere informazioni su consumo di droga, mortalità per overdose, iniziative di contrasto, servizi sanitari presenti, ecc. Il secondo ambito ha visto la sperimentazione di modalità innovative di prevenzione e trattamento di situazioni critiche, specialmente nelle Asl. Nel terzo ambito, infine, sono stati organizzati tre seminari e cinque laboratori di sensibilizzazione e informazione su questi temi rivolti a diversi soggetti, come forze dell’Ordine, giornalisti, insegnanti, ecc.”. Anche il nuovo protocollo d’intesa 2016-2017 viaggerà su questi tre binari, come spiegato dal prefetto di Perugia, Raffaele Cannizzaro , per un ulteriore rafforzamento della filosofia di rete, di partecipazione e di integrazione che è alla base dell’intesa. La prima sfida del futuro è, infatti, quella di allargare la rete dei soggetti coinvolti: in primis il terzo settore, ma anche le Asl, le scuole anche di primo grado e le associazioni della società civile. Per quanto riguarda il lavoro informativostatistico, si procederà a implementare la banca dati e la sua fruibilità. Stesso discorso anche per l’ambito della sperimentazione, con la volontà di allargare i servizi di accoglienza, ascolto e consulenza rivolti, soprattutto, agli adolescenti e alle loro famiglie e di portarli nelle scuole del perugino. “Per la formazione – ha sottolineato il prefetto – provvederemo a continuare i momenti di integrazione e scambio, estendendoli a più soggetti e stabilendo degli indicatori o delle modalità che permettano di capire l’effettiva ricaduta di questi incontri”.

Da parte dell’Università di Perugia è stata anche presentata la proposta di realizzare un centro di documentazione sul fenomeno nell’ambito del dipartimento di Scienze politiche.

Laura Lana

I firmatari sono prefettura, Regione, Comune, Provincia, questura, forze dell’ordine, servizi sociali, Ufficio scolastico, Asl, Università, Adisu e diocesi

utili, restino comunque parziali. In questo modo, al contrario, viene riqualificato il lavoro di ognuno”.

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