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I miracoli più grandi sono quelli invisibili

“ È quello che dice la religione, che risusciteremo dai morti e, tornati in vita, ci vedremo di nuovo tutti?” viene chiesto ad Aljòscia, il più giovane dei fratelli Karamazov, nel grande romanzo di Dostoevskij. “Risusciteremo senz’altro, e ci vedremo e ci vedremo e ci racconteremo l’un l’altro allegramente e gioiosamente tutto ciò che è stato” risponde Aljòscia.

Le sue parole dicono ancora, dicono sempre la grande speranza dell’umanità. Non c’è, sul piano religioso, speranza più grande. Noi crediamo nella sopravvivenza della nostra anima e nella futura risurrezione della nostra carne. Nel cammino di preparazione al battesimo degli adulti è questo il messaggio centrale, tutto il resto è una conseguenza.

Quest’anno, nella Veglia pasquale che si svolge nel duomo di Todi ci sono due giovani mamme che riceveranno i sacramenti. Frisilda, di origine albanese, riceverà il battesimo, la cresima e l’eucaristia; mentre a Susanna, che è italiana, il Vescovo conferirà la cresima, quindi riceverà l’eucaristia per la prima volta.

Le due donne vengono da storie diverse. Frisilda è reduce da una situazione, in Albania, in cui la religione era finita fuori legge; inoltre la sua famiglia di origine non era di tradizione cristiana. Il lavoro in Italia, il matrimonio e una fede ‘naturale’ in Dio l’hanno sempre accompagnata nella vita. Finché è scoccato il momento di un grande bisogno interiore di incontrare Gesù Cristo non solamente nella preghiera personale ma facendone esperienza con i sacramenti e la vita nella Chiesa.

Susanna , invece, ricevuto il battesimo da bambina ma non ha poi avuto nessuna educazione alla vita di fede. Dio, che agisce nel cuore degli uomini, l’ha scossa in profondità ed è nato in lei il desiderio di ricevere l’eucaristia completando così il suo cammino sacramentale. Un grande bisogno di andare in chiesa, di pregare e di partecipare alla messa ha trovato risposta in un gruppo di persone adulte che si preparano ai sacramenti.

Storie e cammini diversi, ma severo gnati dalla presenza del Signore che continua a seminare nei cuori la sete d’infinito.

Christus vivit è il titolo dell’esortazione apostolica che Papa Francesco ha scritto dopo il Sinodo sui giovani. Scrive il Papa: “Se egli vive, questo è una garanzia che il bene può farsi strada nella nostra vita... Allora possiamo smettere di lamentarci e guardare avanti, perché con lui si può sempre guardare avanti. Questa è la sicurezza che abbiamo. Gesù è l’Eterno vivente. Aggrappati a lui, vivremo e attraverseremo indenni tutte le forme di morte e di violenza che si nascondono lungo il nostro cammino”.

È questo il nostro grande e unico tesoro che abbiamo; è quello che Frisilda e Susanna hanno cercato e che ora abbracciano per sempre. In questa epoca confusa ci sembra che i segni che Dio ci invia siano poco evidenti per le persone distratte di oggi. Ricordiamoci che sant’Agostino si era prima detto convinto che l’età dei miracoli, necessari a condurre le genti alla verità dei vangeli, si fosse conclusa con gli apostoli. Poi in seguito aveva rivisto la sua posizione, ma non ha mai rinunciato a spiritualizzare il concetto di miracolo e a dichiarare i miracoli spirituali e invisibili superiori a quelli materiali e visibili.

Don Marcello Cruciani

Il battistero della concattedrale di Todi

Si chiamano Frisilda e Susanna. Diverse le loro storie, accomunate però dalla presenza, silenziosa ed efficace, di Dio

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