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Ortodossi in festa

La comunità ortodossa perugina è molto varia al suo interno: ci sono studenti, lavoratori e coppie miste

Il 20 ottobre è festa per gli ortodossi, in particolare per coloro che frequentano la chiesa greco-ortodossa di Perugia. Si celebra infatti la ricorrenza di san Gerasimo di Cefalonia, un santo molto amato, cui è intitolata la parrocchia ortodossa che ha sede nella chiesa di Santa Croce (via Benincasa, traversa di via dei Priori), concessa più di 10 anni fa in comodato gratuito dalla Chiesa cattolica perusino-pievese agli ortodossi.

“San Gerasimo viene ricordato anche il 16 agosto, poiché morì il 15 agosto 1579, ma questa data coincide con un’altra grande festa, quella della Dormizione della Madre di Dio” spiega il parroco della chiesa greco-ortodossa di Perugia padre Giorgio Khachidze . “Il 20 ottobre del 1581 – continua padre Giorgio - fu aperta la tomba del Santo e i presenti constatarono con stupore che il corpo del Santo era rimasto illeso da corruzione ed emanava profumo. Ecco da dove ha origine la festa”.

Così nello scorso fine settimana la comunità ortodossa si è riunita numerosa per le celebrazioni festive. Sabato pomeriggio è stato recitato il Vespro, mentre domenica mattina la giornata è iniziata alle 9 con la preghiera del Mattutino, cui è seguita senza interruzione la liturgia eucaristica che si è conclusa a mezzogiorno con un momento conviviale. “Le celebrazioni sono più lunghe rispetto a quelle cattoliche, ma nella chiesa greco-ortodossa sono comunque più brevi che nella chiesa russa” sottolinea Riccardo , perugino e cattolico di nascita, avvicinatosi alla fede ortodossa in età adulta. Oltre ad essersi sposato con una donna di origini russe, Riccardo ha avuto modo di conoscere la Chiesa ortodossa nei suoi molti viaggi di lavoro nei Paesi dell’Est Europa: “Sono rimasto affascinato dal loro rito che a differenza di quello cattolico è rimasto sempre uguale nei secoli – racconta - . Inoltre in questa parrocchia sono molto accoglienti, mi sono trovato a mio agio da subito”.

Riccardo e sua moglie sono l’esempio di una comunità molto varia al suo interno. “Normalmente partecipano alla funzione della domenica una trentina di persone – spiega padre Giorgio - , ma i volti cambiano spesso perché abbiamo anche persone che non si fermano a lungo in città. Alcuni vengono per lavoro, altri per studio, anche se il numero di studenti è calato rispetto al passato, probabilmente perché studiare fuori dal proprio Paese non è più accessibile come una volta sul piano economico”. “Poi ci sono anche presenze più fisse – prosegue padre Giorgio - donne che lavorano come badanti, famiglie e coppie spesso miste, sia per Paese di provenienza che per confessione”.

La parrocchia di San Gerasimo è “greco- ortodossa”, ma di fatto non accoglie solo greci. “La maggior parte dei nostri fedeli sono greci – puntualizza il parroco - ma abbiamo anche ciprioti, ucraini, russi, serbi, fedeli provenienti dal Montenegro, dalla Georgia e naturalmente dall’Italia”. Lo stesso padre Giorgio è nato in Georgia e in Italia è arrivato per completare i suoi studi teologici all’Accademia Alfonsiana di Roma. È sposato (cosa permessa ai sacerdoti ortodossi purché il matrimonio sia celebrato prima dell’ordinazione), ha tre figli e dal lunedì al venerdì vive e lavora a Roma nel settore turistico per mantenere la sua famiglia. “La Chiesa ortodossa non passa uno stipendio ai sacerdoti. Da qualche anno abbiamo i contributi dell’8x1000 che sono un piccolo aiuto, ma non un salario”.

Valentina Russo

Padre Giorgio accanto all’icona di San Gerasimo

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