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Decreto sicurezza. Rinaldi: “Così aumentano gli irregolari”

Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati col “dl Salvini” escluderà i richiedenti asilo. Marcello Rinaldi, della Caritas di Orvieto, commenta la riforma

Il decreto sicurezza, che in questi giorni (mentre scriviamo) è in votazione al Senato dopo esser stato approvato alla Camera il 24 settembre, modificherà, limitandolo, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Lo Sprar, nella sua veste rinnovata, non ammetterà più i richiedenti asilo, ma solo i titolari di protezione internazionale e i minori non accompagnati. I richiedenti asilo saranno invece accolti solo nei centri ad essi dedicati (Cara-Centri accoglienza richiedenti asilo).

“Così ci facciamo del male da soli perché questa politica creerà più clandestinità” commenta Marcello Rinaldi , direttore della Caritas di Orvieto-Todi che collabora ai progetti Sprar dal 2002. “Le tante persone che adesso sono assistite dal Sistema con percorsi di inserimento nel mondo del lavoro, non riusciranno in questo modo a rinnovare il permesso o a convertirlo in permesso di soggiorno per lavoro e si troveranno a vivere in condizione di irregolarità”.

Lo Sprar esiste dal 2002, quando è stato istituito con la legge 189, anche detta “legge Bossi-Fini” e la rete Sprar è costituita dagli Enti locali che, con il concorso delle realtà del terzo settore, accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. Prima dell’istituzione dello Sprar l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo era affidata totalmente al terzo settore, per via della mancanza di leggi in materia. Solo nel 2001 il Ministero dell’Interno, l’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) e l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr) hanno siglato un protocollo d’intesa per la realizzazione di un “Programma nazionale asilo”, successivamente attuato dalla legge 189.

“Lo Sprar è importante proprio perché consente di accogliere i migranti con un percorso controllato da norme precise” sottolinea Rinaldi. Il controllo normativo, infatti, viene attuato anche sui finanziamenti economici dal momento che, come tutte le risorse destinate alla realizzazione di un progetto specifico, il gestore ha l’obbligo puntuale della rendicontazione nei confronti del Ministero dell’Interno. Negli ultimi anni, vista la crescente esigenza collegata ai flussi migratori, lo Sprar è stato ampliato sia per quanto riguarda i posti a disposizione che per quanto riguarda i finanziamenti. In Umbria ad oggi, secondo il sito ufficiale dello Sprar ( www.sprar.it ) ci sono 18 progetti attivi nei Comuni di Perugia, Terni, Todi, Gubbio, Foligno, Corciano, Castel Ritaldi, Marsciano, Massa Martana, Orvieto, Narni, Panicale, Spoleto e Montefranco. Il totale delle persone prese in carico è di 474, di cui 63 minori non accompagnati e 11 disabili.

Valentina Russo

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