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I giovani non devono accettare contratti-capestro che li sfruttano

Risponde Vincenzo Sgalla, segretario generale regionale Cgil Umbria.

1- Un sindacato è di per sé una rappresentanza parziale di interessi, ma l’anomalia italiana, costruita da Di Vittorio e Luciano Lama, è stata quella di anteporre l’interesse generale all’interesse di parte. Va da sé che nelle situazioni di crisi – e quella attuale è la più importante dell’ultimo secolo – questa anomalia è più difficile da mantenere, in quanto i bisogni materiali della persone aumentano, e ognuno è portato ad anteporre i suoi interessi a quelli della collettività. L’Umbria non fa naturalmente eccezione, e il nostro compito è quello di tentare di mantenere una visione generale. Per questo chiediamo da tempo un progetto per la nostra regione, un piano di ripresa economica e produttiva in grado di delineare i tratti fondamentali dell’Umbria da qui a 10 anni. Un progetto da costruire su alcuni asset strategici: manifatturiero rinnovato attraverso “Industria 4.0”; ambiente, con una ricostruzione post-sisma adeguata e moderna; cultura e turismo, con la promozione del nostro straordinario patrimonio naturale e storico; welfare di qualità come nuovo motore di crescita e sviluppo.

2- La Cgil ha promosso la Carta dei diritti universali del lavoro ,

ovvero un nuovo Statuto di tutte le lavoratrici e tutti lavoratori. La proposta è approdata in Parlamento con oltre 1,3 milioni di firme. Si tratta di una legge che supera la logica della precarietà e dei lavoretti. Come noto, abbiamo promosso anche tre referendum, con la raccolta di oltre 3 milioni di firme (60 mila in Umbria), che hanno portato all’abolizione dei voucher e al ripristino della responsabilità solidale negli appalti. Proseguiremo nella nostra battaglia a partire dall’estensione dell’articolo 18, accanto ad un impegno straordinario per superare la legge Fornero sulle pensioni.

3- Non è stata la globalizzazione a produrre le delocalizzazioni di massa, ma la logica del profitto selvaggio, che vede nelle multinazionali la sua massima espressione. Oggi si sta avviando una nuova fase, una quarta rivoluzione industriale che riguarda sia il manifatturiero che i servizi, e che cambierà i paradigmi economici con cui il capitalismo ha gestito fino ad oggi l’economia. Come ogni cambiamento epocale, se non governato, produrrrà disoccupazione e nuove disuguaglianze. Al contrario, se la politica sarà in grado di intuirne le potenzialità e indirizzare le risorse per modificare la struttura stessa dell’organizzazione di vita delle persone, allora il processo di innovazione tecnologica potrebbe rivelarsi una vera liberazione per la persona umana.

4- No, siamo contrari alla logica del “meglio poco che nulla”. È questa logica che ha contribuito in questi anni a spingere migliaia e migliaia di ragazze e ragazzi, giovani, laureati, con professionalità importanti, ad accettare situazioni di vero e proprio sfruttamento, come erano costretti a fare i loro nonni negli anni ’50. Questo non è progresso, è arrendersi alle logiche della competizione al ribasso. La Cgil propone al contrario di ripartire dalle condizioni del lavoro per ridisegnare il sistema economico e produttivo intorno alle persone. Una visione che metta il lavoratore al centro del progetto di società, come peraltro prevede la nostra Costituzione.

5- Insieme a Cisl e Uil abbiamo costruito una piattaforma che abbiamo intitolato “Al lavoro per l’Umbria” nella quale indichiamo alcuni interventi prioritari e una serie di strumenti e risorse disponibili. Abbiamo anche definito quelle che dal nostro punto di vista sono le due “password” fondamentali per ogni ipotesi di ripresa: legalità / lotta alle infiltrazioni mafiose e sicurezza sul lavoro. Partendo da qui abbiamo poi individuato tre motori dello sviluppo: industria, welfare, ambiente. In ognuno di questi ambiti proponiamo azioni precise e indichiamo le risorse disponibili, che in questa fase non mancano di certo, dagli ingenti fondi europei, ai soldi per la ricostruzione, dall’area di crisi Terni-Narni a Industria 4.0. Insomma, il momento per costruire un futuro per l’Umbria è adesso, e noi rivendichiamo con forza il nostro ruolo di rappresentanza del mondo del lavoro umbro.

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