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La persona prima della sua disabilità

Tutto è iniziato con poche decine di persone che dal Centro speranza di Fratta Todina raggiungevano il vicino convento della Spineta. Era il 1989 e il centro riabilitativo delle Suore Ancelle dell’Amore Misericordioso dal 1984 aiutava le prime famiglie di bambini con cerebro lesioni gravi. Negli anni il Centro è cresciuto (oggi è una struttura accreditata dal Sistema sanitario regionale) e anche la Camminata si è arricchita di amici e nuovi compagni di cammino. Con tante famiglie e tanti personaggi famosi (come Fabrizio Frizzi e altri, e Luca Panichi, determinato e propositivo nei confronti della vita, Testimonial da diversi anni), gli operatori e i volontari del Centro e le Suore che si dedicano al Centro, la Camminata ha cambiato itinerari “invitata” dai Comuni della zona fino a coinvolgere la Regione.

Negli anni le Suore hanno sempre risposto alla missione affidata loro nel 1948 dalla Beata Madre Speranza di essere “missionarie al servizio dei più fragili, alle quali è chiesto di praticare la Misericordia, senza altri limiti che la responsabilità morale, facendo tutto per amore”, spiega Madre Maria Grazia Biscotti , direttrice del Centro Speranza.

“Attualmente - ha spiegato Madre Biscotti - 70 bambini e ragazzi con disabilità di varia gravità, usufruiscono del servizio diurno di riabilitazione e molti sono gli accessi ambulatoriali convenzionati e i privati che si rivolgono ai servizi per l’età evolutiva e per la riabilitazione neurologica. Dal maggio 2018 è aperto un laboratorio pomeridiano per persone con disabilità lieve e moderata o con disturbi del comportamento, alle quali è offerta la possibilità di intraprendere dei percorsi per impegnarli in attività che promuovono l’autostima e l’inclusione sociale”.

“Il Centro Speranza ha sempre voglia di crescere anche sotto l’aspetto professionale degli operatori impegnati nella cura delle persone assistite” ha detto l’assessore regionale alla Sanità Luca Barberini in occasione della presentazione alla stampa dell’iniziativa. Barberini ha ricordato che “la Regione ha aumentato l’impegno verso le tematiche legate alla disabilità e che favoriscono l’inclusione sociale, anche stanziando maggiori risorse per progetti e azioni che valorizzano l’esperienza del volontariato e l’innovazione sociale”. La Camminata della Speranza promossa dal Centro riabilitativo di Fratta Todina intende ricordare alla società civile che la disabilità non deve essere trattata mettendo al centro dell’azione solo la sua patologia, ma è importante considerare la vita di quei cittadini che vivono in una condizione di svantaggio.

Per la prima volta, quest’anno, partecipa alla Camminata l’associazione Disability Pride Italia, rappresentata dal presidente e attivista Carmelo Comisi che ha inviato un messaggio (vedi spazio in pagina). Il futuro dei figli disabili è un tema di preoccupazione per i genitori che sempre più spesso si uniscono e danno vita ad associazioni per dare risposte concrete alle esigenze delle famiglie. È ciò che hanno fatto, cinque anni fa, con la costituzione dell’Associazione Borgo Solidale Dopo di Noi. “Un figlio con disabilità è un cordone ombelicale che mai si recide. Si vive in simbiosi e – racconta Marcella Mencacci , madre di una ragazza con disabilità – in fondo all’animo ogni genitore che ha un figlio disabile, è angosciato da una domanda: quando noi genitori non saremo più in grado, perché anziani o perché non ci saremo più, chi si prenderà cura dei nostri figli?”.

Il Comune di Collazzone ha fortemente voluto ospitare la camminata alla quale contribuiscono anche i volontari dei gruppi locali della Croce Rossa e delle Misericordie. Il Presidente dell’Osservatorio Regionale sulla condizione delle Persone con disabilità ha infine aggiunto una riflessione sui temi, attuali, della precarietà degli insegnati di sostegno, i quali per l’80% non hanno una formazione adeguata e della mercantizzazione della disabilità con il conseguente disagio scolastico a carico dei bambini con DSA catalogati, erroneamente, come persone con disabilità.

Maria Rita Valli

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