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Confcooperative Umbria lancia il progetto “Coop Up” per chi vuole darsi da fare

La 48a Settimana sociale dei cattolici si è appena conclusa; sono in aeroporto, e sono tante le parole che mi risuonano dentro. Diciamo che la mia personale Settimana sociale è iniziata con i collegamenti che dallo scorso lunedì 23 ho avuto con Umbria Radio per commentare la rassegna stampa. Il tema del lavoro e del buon lavoro è stato spesso affrontato in quei collegamenti. Qui a Cagliari il tema è stato sviscerato da più punti di vista, che non si sono limitati alla denuncia degli effetti che la crisi ha portato. Il lavoro, il buon lavoro, ha guidato ogni sessione nella Settimana sociale. Non per nulla si è partiti dal “lavoro che non vogliamo”, quello che mortifica, quello che uccide, quello che non ha tutele, quello che non vede il lavoratore o la lavoratrice al centro del fare impresa. A mano a mano si è passati a delineare “il lavoro che vogliamo”, quello che parte dalla formazione, che valorizza le competenze, che non si piega a logiche che tengono presenti solo i bilanci. Un lavoro che parte dal business, che sa fare business, ma che non si ferma solo a esso. Un lavoro che è fondante per la comunità e che la rende protagonista; che interroga e responsabilizza la comunità. E forse, quello che mi ha confermato Cagliari: che non sono importanti le forme con cui fai impresa. È logico che io, cooperatore, abbia presente e privilegi questa forma di impresa, l’importante è sempre e comunque avere davanti agli occhi i volti degli uomini e delle donne che fanno il lavoro! Quei volti interrogano e devono guidare tutti: imprenditori, istituzioni, parti sociali, i lavoratori stessi, la Chiesa. A ciascuno il suo ruolo, ma non può né deve mancare il contributo di nessuno. Cagliari lancia un pressante impegno alla comunità intera e ha acceso un faro potente su questo tema. Le quattro proposte consegnate al Presidente del Consiglio e a quello del Parlamento europeo sono il contributo dei cattolici ai referenti politici, ma quelle stesse proposte impegnano e sempre più devono impegnare gli imprenditori, e anche i cooperatori, a non piegarsi mai alle logiche di un mercato che mortifica la dignità del lavoro. Chiunque di noi, ciascuno per quello che gli compete, non può ignorare quanto è accaduto a Cagliari. Chiunque di noi deve fare in modo che le 400 buone prassi censite in occasione di questa Settimana sociale vengano conosciute e si moltiplichino su tutto il nostro territorio. A breve, come Confcooperative tenteremo di fare la nostra parte: il progetto “Coop Up” parte nel nostro territorio e si propone come incubatore di start-up cooperativo. Cercheremo di accompagnare e accogliere le idee imprenditoriali di quanti, giovani o meno, voglio mettersi alla prova creando lavoro e buon lavoro non solo per se stessi ma anche per la comunità che li vedrà protagonisti. Per informazioni scrivere a umbria@confcooperative.it .

Carlo di Somma

vice presidente vicario Confcooperative Umbria

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