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Giovani in fuga: fermiamoli!

Uno dei temi che nel mese scorso è stato ampiamente trattato dai media è quello della “fuga di giovani” tra i 25 e i 40 anni dalla nostra regione, in cerca di migliori opportunità. A dare il via alla riflessione e ai dibattiti i risultati del nuovo rapporto curato dal settore datajournalist di Mediacom043, diretto dal giornalista economico Giuseppe Castellini, che parlano davvero chiaro.

Dopo aver presentato la graduatoria dell’esodo dei giovani (dal 1° gennaio 2012 al 1° gennaio 2017) illustrando i dati Istat relativi a ogni regione italiana, con un focus sull’Umbria, Mediacom043 ha poi presentato la situazione di ogni Comune umbro. E i numeri non sono incoraggianti; neanche per le città del territorio della diocesi di Orvieto-Todi.

Un passo indietro. Nel corso dell’annuale Assemblea diocesana tenutasi a Collevalenza lo scorso 30 settembre e dedicata proprio ai giovani, il direttore dell’ufficio per la Pastorale giovanile, don Riccardo Ceccobelli, ha detto che nella nostra diocesi risultano esserci circa 30 mila giovani (fino a 34 anni), solo un terzo del totale degli abitanti. Ha poi proseguito ponendo l’inquietante interrogativo: “Tra trent’anni la nostra diocesi, se va bene, arriverà a…? Quindi, sarà ancora diocesi?”.

Torniamo ai dati forniti da Mediacom043 e ai Comuni che sono in Orvieto-Todi. Tra quelli sopra i 10 mila abitanti, Orvieto e Todi hanno avuto, negli ultimi 5 anni, una perdita significativa di popolazione tra i 25 e i 40 anni, rispettivamente pari all’11,4% e 10%, che oscilla comunque intorno alla media regionale (pari al -10,4%,).

Sono invece addirittura due i nostri Comuni sopra i 3.000 abitanti, tra i primi cinque in graduatoria regionale, che presentano i buchi peggiori: al primo posto Acquasparta (-18%) e al quarto Collazzone (16,3%). Da osservare che nessun Comune umbro fa segnare un “+”. Certo, Collazzone è il terzo municipio umbro con maggiore percentuale di giovani 25-40 sul totale della popolazione… magra consolazione! Guardando poi i dati dell’ultimo anno (2016), al sesto posto c’è Todi con una perdita del 3,9%.

Da un ampio e accurato lavoro abbiamo sinteticamente voluto estrapolare quelle informazioni che ci riguardano direttamente e che non possono non farci riflettere. Molteplici le cause che inducono i giovani a fare la valigia, in un mondo molto cambiato. Abbiamo cervelli in fuga che vanno all’estero o al Nord Italia per poter mettere a frutto i loro talenti; altri giovani, cosmopoliti, che, spinti dal desiderio di conoscere nuove realtà o di evadere, lasciano i propri paesi per svolgere, soprattutto all’estero, anche lavori molto faticosi.

Non sembrano più essere, insomma, le vicine città di Roma e Perugia ad attirare i nostri giovani. In ogni caso stiamo perdendo “forti potenzialità - come affermato da Castellini - di crescita economica e sociale, anche in termini di spinta innovativa. Parliamo infatti di una fascia di età cruciale per lo sviluppo e la qualità del sistema economico-sociale”.

Diamoci da fare, allora, ognuno nel proprio ambito, se vogliamo che i nostri territori siano in termini socio-lavorativi più competitivi, se non vogliamo che la nostra Regione diventi presto un cronicario, se amiamo i nostri giovani e la nostra diocesi!

Michela Massaro

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