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La presunta democrazia del “Movimento”

Che ci fa in giro per l’Europa Steve Bannon, il corpulento stratega della campagna elettorale di Donald Trump, che poi lo stesso Presidente sovranista ha quasi subito giubilato dopo essere entrato alla Casa Bianca? La risposta l’ha data lo stesso Bannon al Corriere della Sera : “L’Italia è il centro dell’universo politico”, afferma l’esponente di quello che sta passando alla storia come The Movement , il Movimento, l’ondata politica internazionale che riferimento ai valori tipici del populismo e del sovranismo.

Bannon, nella stessa intervista al Corsera , esprime giudizi entusiastici su Lega e cinquestelle, e annuncia che si metterà a disposizione di questi partiti in occasione delle prossime elezioni europee. In che modo? È sempre Bannon a chiarire: “Io posso produrre analisi dei dati che individuano dove si trovano gli elettori, per farli andare al voto”. Analisi dei dati, ecco il “tesoro” di Bannon (insieme a un bel po’ di soldi che - spiega - gli arriveranno da alcuni finanziatori privati).

La sua intervista è uscita il giorno dopo la manifestazione dei cinquestelle a Roma, in cui è tornato a parlare in pubblico il co-fondatore del Movimento (che coincidenza...) , quel Beppe Grillo che, fuori dal suo fortunato blog su internet, ha giocato ancora una volta sulla doppia identità di comico, libero di sbertucciare chiunque, e di ‘guru’ neanche troppo criptico, che detta la linea a una comunità politica che, dopo anni di opposizione feroce, è arrivata a governare il Paese.

Grillo, nel suo intervento alla kermesse M5s, ha lanciato un attacco durissimo al Capo dello Stato, criticandone l’eccesso di poteri e sottolineando che “questo non è più in sintonia con il nostro modo di pensare”. Su qual è il “modo di pensare”, indizi li aveva forniti nelle scorse settimane Davide Casaleggio, figlio di Roberto, l’altro co-fondatore del M5s. Intervistato dallo stesso Corriere lo stesso giorno di Bannon, Casaleggio junior (presidente della piattaforma digitale Rousseau sulla quale passano tutte le consultazioni del Movimento), che aveva vaticinato l’inutilità e la scomparsa del Parlamento, ha previsto che entro dieci anni “magari non ci sarà nemmeno più la necessità di un Movimento, perché la partecipazione dei cittadini sarà già intrinseca nello Stato”.

Senza forzare troppo l’interpretazione di questa frase, sembra scontato che a scomparire, prima del Parlamento e del movimento, sarà il perno di ogni democrazia moderna: la rappresentanza. Sostituita da internet e dai social network, dove a contare non sono i voti ma i ‘like’ e i ‘follower’. Solo che anche la Rete, questo molto presunto Regno della Libertà e della Democrazia ‘diretta’, ha dei padroni che la gestiscono e da cui traggono profitti enormi. Per chiarimenti, chiedere a Bannon.

Daris Giancarlini

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