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Anno positivo per il turismo perugino

L’Umbria piace ai turisti, interessati soprattutto dalle opportunità culturali che la regione offre tra siti, monumenti e i piccoli centri storici, ma anche dalla gastronomia, dal turismo religioso e dalle bellezze naturalistiche. Lo dicono i risultati relativi ad un’analisi sul turismo culturale nella provincia di Perugia resa nota dalla Camera di Commercio di Perugia e realizzata dall’Isnart (Istituto nazionale ricerche turistiche) a supporto del progetto per la “Valorizzazione del patrimonio culturale e del turismo” ideato e sviluppato dalla stessa Camera. A scendere nel dettaglio della ricerca è stata Flavia Coccia, responsabile Progetti di Isnart, nel corso della presentazione avvenuta il 18 gennaio nella sede dell’Ente camerale perugino, alla presenza del presidente Giorgio Mencaroni. La ricchezza del patrimonio artistico/monumentale è la prima motivazione dei turisti che hanno scelto la provincia perugina come meta di vacanza (37,2%).

Seguono l’interesse per i prodotti enogastronomici - prodotti tipici (22,9%) e gli eventi (16,7%). Tra le attività svolte nel corso della vacanza la percentuale maggiore riguarda escursioni e gite, visite al centro storico e nei musei.

Nell’autunno 2018 (periodo ottobredicembre) le stime sulle presenze turistiche presso le strutture ricettive sono pari a 1.032.000 turisti, mentre le abitazioni private ammontano a 439.000 presenze, per un totale complessivo di 1.471.000. “Il 63,8% dei turisti che hanno visitato Perugia e provincia sono italiani – ha specificato Flavia Coccia - la maggior parte dei quali sono di sesso maschile (61,7%). Le coppie senza figli rappresentano il 41,7% e la fascia d’età più rappresentata è quella tra i 31 e i 40 anni (28,2%). Gli stranieri rappresentano oltre un terzo (36,2%) del totale dei turisti. Anche in questo caso, la maggior parte di essi è rappresentata da coppie senza figli (38,1%) e la fascia d’età più in evidenza è quella tra i 21 e i 30 anni (33,5%). In aggiunta, vi è il triplo di studenti stranieri in più rispetto a quelli italiani”. Tra gli stranieri la percentuale maggiore è rappresentata dalla Germania (27,9%), seguita da Francia (16,2%), Regno Unito (14%), Spagna (9,9%) e la Cina che toccando il 4% delle presenze ha superato per la prima volta gli Stati Uniti fermi al 3,8%. La scelta della destinazione di vacanza è molto influenzata dal passaparola di parenti, amici e conoscenti, ma anche da internet usato soprattutto dagli stranieri. Per quanto riguarda il gradimento i turisti danno un voto di 7,7 su 10 per la qualità del mangiare e del bere e di 7,6 per cortesia e ospitalità della gente, 7,3 il voto per le informazioni turistiche, 7,2 per l’offerta culturale e d’intrattenimento, il 7,1 per i trasporti locali. Nonostante la maggior parte dei visitatori ha trovato informazioni sul web, c’è una quota di turisti che non è riuscita a trovarle prima di partire (del 50,9% che le ha cercate, il 10% non le ha trovate) dimostrando quanto ancora si debba lavorare sulla capacità di saper raccontare il territorio e i servizi, ma soprattutto della necessità di una maggiore interconnessione tra operatori di servizi differenti: la maggior parte delle imprese alberghiere (70%) ritiene utile realizzare operazioni di sviluppo della conoscenza dei siti culturali per indicarli ai turisti. “Il 2018 per gli operatori del Turismo culturale in Umbria è stato un anno positivo - ha evidenziato il presidente della Camera di Commercio Giorgio Mencaroni , - (un elogio è andato anche al Comune di Perugia, Assisi e Gubbio per come hanno organizzato le iniziative per il Natale: a Perugia soprattutto dedicate alle famiglie) con risultati che sono stati superiori a quelli dell’anno precedente, in particolare nel comparto alberghiero dove il 43% delle imprese segnala un incremento delle presenze rispetto al 2017”. In media nel 2018 sono state occupate il 38% delle camere, con un picco del 54% nei mesi centrali della stagione estiva e un minimo del 22% nel periodo gennaio-marzo, con tassi mediamente più elevati nelle strutture alberghiere. “Tuttavia, nonostante l’incremento dei flussi – ha proseguito – non abbiamo registrato un miglioramento dei livelli di occupazione nelle diverse strutture ricettive, a dimostrazione che le imprese sono tutt’ora in una posizione di attesa per verificare se l’andamento delle loro performances si consoliderà o meno nel lungo periodo”. Interessante quanto scaturito da un corso di formazione per imprenditori e operatori del turismo realizzato da Monica Basile , esperta e formatrice senior di marketing territoriale. Secondo l’esperta è necessario rilanciare la destinazione del turista con prodotti nuovi, puntando soprattutto sul “turismo esperienziale”, proponendo al turista l’occasione di fare esperienze diverse. “Si entra nella bottega dell’artigiano e si impara a tessere con i telai medievali – ha detto Basile - Si costruiscono i gioielli con le tecniche degli Etruschi, si entra nel laboratorio della cioccolata e si realizza il proprio ’cioccolatino personalizzato’.

L’importante è toccare con mano, per andare oltre alla visita standard”. “Siamo partiti con una base di una trentina di imprese del territorio – ha sottolineato - : alberghi e agriturismi, artigiani (oro, ceramiche tessuti…) produttori (vino, olio, cioccolata, birra), ristoratori e a un gruppo così eterogeneo è stato chiesto quali fossero i loro desideri. In particolare l’esigenza era di trovare nuove attrazioni per i turisti e di creare relazioni fra gli stessi imprenditori”.

Manuela Acito

I turisti, sia italiani che stranieri, scelgono la provincia di Perugia per il patrimonio culturale, l’enogastronomia e gli eventi

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