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Benessere equo e sostenibile nel mondo, in Italia, in Umbria

In una lettera pubblicata a inizio d’anno dalla stampa locale ( 1) , la presidente regionale Marini ha illustrato il percorso che la Giunta da lei guidata intende seguire nel 2019. La lettera pone in evidenza la articolazione e la complessità dell’impegno politico della Giunta: volumi e qualità della produzione, ma anche occupazione diffusa e decente (con particolare attenzione ai giovani), e poi l’avvio effettivo della ricostruzione pesante nelle aree colpite dal terremoto, una sanità efficiente, un’istruzione e formazione all’altezza delle sfide attuali, un’azione rafforzata a protezione dell’ambiente, un ampio ventaglio di interventi promotori a vario titolo di inclusione sociale e infrastrutture funzionali allo sviluppo della nostra economia, della nostra società e del nostro territorio.

L’ampiezza e la complessità dell’orizzonte proposto nella lettera inducono ad approfondire finalità e vincoli dell’azione politica. Obiettivo di questa non può essere semplicemente un aumento del Pil (prodotto interno lordo). Invece, essa deve assumersi il compito di governare una molteplicità di fronti perché insieme contribuiscano ad accrescere il benessere complessivo della nostra società, e a farla divenire sempre più una comunità, perseguendo una crescita che sia insieme equa e sostenibile.

Benessere sostenibile

La sostenibilità deve essere ambientale e sociale, volta appunto a un benessere equo e sostenibile (Bes), per il quale è necessario un approccio olistico, che tenga conto cioè simultaneamente di tutte le forze in gioco, di tutti i provvedimenti che si intende attuare, da parte di tutti i livelli di governo, a favore del territorio di cui valutiamo crescita e benessere (anche se in questa sede ci riferiamo soprattutto all’azione dell’Amministrazione regionale).

Si profila un approccio che per molti lineamenti può ritenersi orientato verso una configurazione di bene comune - e che, anche per questo, dovrebbe comprendere i provvedimenti adottati nei confronti del movimento migratorio.

Perché concentrare l’attenzione sull’equità e sostenibilità della crescita e del benessere così generato? Perché si ritiene che la scelta dello sviluppo sostenibile sia “il solo modo per evitare i rischi del collasso del sistema economico e sociale, anticipati dal Club di Roma” nel famoso Rapporto sui limiti della crescita ( 2) , e magistralmente riproposti da Papa Francesco nella

Laudato si’ con l’illustrazione della duplice insostenibilità, ambientale e sociale, e del relativo intreccio.

Al riguardo, noto come anche l’Italia e l’Umbria abbiano sofferto negli ultimi anni, tra l’altro, di numerose manifestazioni di grave inquinamento del suolo e dell’aria, di seri problemi nella raccolta di rifiuti e nella difesa del territorio, di aumento sostenuto di povertà e precarietà.

Nel settembre 2015 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato l’ Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile , comprensiva di 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile ( Sustainable Development Goals , Sdg) e di 169 target, o sotto-obiettivi, ben specificati e concreti. Anche il Trattato di Lisbona del 2009, Carta fondamentale dell’Unione europea, accoglie il principio dello sviluppo sostenibile (art. 3).

I 17 Obiettivi dell’Onu

I 17 Sdg hanno per oggetto (1) la sconfitta della povertà, (2) della fame, (3) il conseguimento di salute e benessere, (4) di un’istruzione di qualità, (5) della parità di genere, (6) la fruizione di acqua pulita e servizi igienico-sanitari, (7) di energia pulita e accessibile, (8) di buona occupazione e crescita economica, (9) di innovazione e infrastrutture, (10) la riduzione delle disuguaglianze, (11) la costruzione di città e comunità sostenibili, (12) un consumo e una produzione responsabili, (13) la lotta contro il cambiamento climatico, (14) la protezione di fauna e flora acquatica, (15) di flora e fauna terrestre, (16) il conseguimento di pace, giustizia e istituzioni solide, (17) l’attuazione di partnership per il conseguimento degli obiettivi (3) .

Il nostro ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare (Mattm) ha svolto nel 2017 un’analisi del posizionamento dell’Italia rispetto ai 17 Sdg e ai 169 target. Nel 21% dei casi la situazione è estremamente negativa, e nel 48% dei casi è insoddisfacente. Utilizzando indici sintetici, l’Italia occupa il 30° posto nella graduatoria dei Paesi Ocse, e in generale la sua condizione non appare in linea con gli Obiettivi fissati (4) .

Buon livello umbro

Dal 2013 l’Istat pubblica un rapporto annuale sul benessere equo e sostenibile, basato su circa 130 indicatori statistici, che consentono di misurare il posizionamento dell’Italia e delle sue regioni rispetto agli obiettivi di uno sviluppo sostenibile. La distinzione per obiettivi permette analisi e confronti territoriali in merito alle principali dimensioni della vita economica e sociale. Rapportando il valore degli indici nel 2017 a quello dell’Italia nel 2010 posto come base, il dato dell’Umbria risulta, per gran parte degli obiettivi, al livello di quello nazionale, e in alcuni casi in posizione superiore, come, tra l’altro, nel caso dell’istruzione e formazione, della sicurezza e delle relazioni sociali ( 5) . La distinzione per target o sotto-obiettivi permette di dettagliare la conoscenza degli ambiti volta a volta presi in esame. Se dunque l’imperativo è quello di procedere in direzione di una maggiore sostenibilità, occorre comprendere come il sistema economico e sociale debba cambiare e con quale profondità e intensità, e quali siano le condizioni perché tale cambiamento possa prodursi. Su questi punti intendo proporre un prossimo approfondimento.

Pierluigi Grasselli

Note

1 - Catiuscia Marini, “Pronti a nuove sfide, il Governo si svegli”, Corriere dell’Umbria, 2/1/2019.

2 - Enrico Giovannini, “L’utopia sostenibile”, introduzione, p. X, Laterza, 2018.

3 - E. Giovannini, op. cit., pp. 39-40.

4 - Ibidem, p. 74.

5 - Istat, “Il Benessere equo e sostenibile in Italia”, 2018, p. 181.

Obiettivo della politica non può essere semplicemente un aumento del Pil. Invece, deve assumersi il compito di governare una molteplicità di fronti perché insieme contribuiscano ad accrescere il benessere complessivo. Anche l’Umbria ha sofferto, negli ultimi anni, di casi di grave inquinamento del suolo e dell’aria, di seri problemi nella raccolta di rifiuti e nella difesa del territorio, di aumento sostenuto di povertà e precarietà

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