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Per combattere la mafia bisogna investire in cultura

LiberaIdee: il 68% degli intervistati ritiene che la mafia in Umbria sia un fenomeno marginale

“La legalità non può essere un obiettivo perché non è neppure un valore. È un prerequisito.

L’obiettivo è la giustizia”. Non ha dubbi don Luigi Ciotti , fondatore dell’associazione contro le mafie Libera, su come debba essere perseguita la giustizia: “Come cattolico e come cittadino i riferimenti sono due, il Vangelo e la Costituzione. Se la Costituzione venisse sempre applicata sarebbe la prima arma antimafia”. Intervenuto domenica scorsa a Perugia, nell’ambito del viaggio di “LiberaIdee” in Umbria, don Ciotti ha parlato a proposito della linea a servizio dei territori che Libera si è data da qualche tempo a questa parte. Da qui l’idea di un viaggio nelle regioni italiane che è arrivato a toccare anche l’Umbria nella settimana scorsa. “Ci siamo presi del tempo per la ricerca, per prendere coscienza dei nostri limiti ed eventualmente correggere la rotta” ha detto don Luigi. La ricerca cui si riferisce è quella portata avanti dal gruppo di ricercatori di LiberaIdee insieme all’Osservatorio regionale sulle infiltrazioni mafiose riguardo la percezione del fenomeno mafioso. I dati della ricerca, illustrati dalla dottoressa Sabrina Garofalo, evidenziano che per la maggior parte degli intervistati, il 68%, la mafia in Umbria è un fenomeno marginale la cui principale attività è il narcotraffico. Un’alta percentuale inoltre risponde di non conoscere i beni confiscati in Umbria. “È fondamentale – ha detto don Ciotti – investire nella cultura e nell’istruzione per risvegliare le coscienze. L’Italia purtroppo è fanalino di coda in Europa per gli investimenti nell’istruzione”. Per questo motivo Libera ha all’attivo sempre più collaborazioni con le scuole e, da quest’anno, anche un master su mafia e corruzione promosso insieme alle università di Torino, Palermo, Napoli e Pisa.

“Anche noi dobbiamo riorganizzarci – ha sottolineato don Ciotti - perché loro, i mafiosi, lo fanno e, dato importante, sono molto bravi a stringere alleanze.

Allora anche noi dobbiamo fare fronte comune”. In quasi 25 anni di attività, Libera ha più volte promosso protocolli e intese per aiutare chi lotta contro le organizzazioni criminali. “Lo scorso 3 aprile abbiamo presentato a Bruxelles la nuova Agenda politica, promossa in sinergia con CHANCE (Civil Hub Against orgaNised Crime in Europe), la nascente rete sociale costituita in Europa grazie all’impegno delle tante realtà ed associazioni unite dalla volontà di costruire con Libera percorsi di giustizia sociale, che vadano oltre i confini nazionali” ha ricordato don Ciotti. “Inoltre in questi anni tanti sono i progetti messi in campo. Mi preme ricordare prima di tutto la rivoluzione delle donne: molte madri, sorelle, mogli che vivono nei circuiti mafiosi stanno sempre più cercando di ritrovare libertà, vita e dignità. Un’altra stella del nostro percorso è il protocollo firmato col Ministero della giustizia 10 anni fa per tutelare e assicurare una concreta alternativa di vita ai minorenni provenienti da famiglie mafiose”.

Tutto questo però non senza un valido aiuto: “È la Chiesa che sostiene questi progetti con l’8x1000, senza il cui aiuto non riusciremmo ad accogliere tanti ragazzi con le loro madri. Anche altre istituzioni si sono rese disponibili, come il Ministero delle Pari opportunità. Peccato che sono passati anni e non abbiamo visto nulla”. Don Luigi, che nel suo sacerdozio si è sempre occupato degli ultimi e dei problemi più gravi della società, dalle mafie alla tossicodipendenza, ci tiene però a non essere etichettato come “prete antimafia”. “Noi preti siamo preti, coi nostri limiti, le nostre gioie, le nostre passioni.

Ma dobbiamo sentirci fortemente impegnati nel portare il nostro contributo per il cambiamento”.

Valentina Russo

Da sinistraWalter Cardinali di Libera Umbria, Sabrina Garofalo e don Luigi Ciotti

Don Ciotti: “Non esistono ‘preti antimafia’. Noi preti siamo preti, con i nostri limiti e le nostre passioni. Ma dobbiamo impegnarci per il cambiamento”

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