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La rimonta di Giuseppe Conte

Conte da zero a 100? Partito come un “signor Nessuno” rispetto agli stra-votati capi politici dei due partiti che hanno dato vita al “governo della convenienza reciproca”, Giuseppe (e non Antonio, come molti continuano a chiamarlo, essendo l’omonimo allenatore di calcio molto più noto del conterraneo docente di Diritto) Conte, in questi primi sei mesi sulla poltrona di palazzo Chigi è riuscito a uscire da quell’anonimato che era stato uno dei motivi per cui era stato scelto, e a ritagliarsi un proprio ruolo politico. Avrà letto e riletto, il premier gialloverde in quota grillina, l’articolo 95 della Costituzione italiana, nel quale si afferma che “il Presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile”. Un ruolo, dunque, non impalpabile o secondario, ma di primus inter pares , che all’inizio della parabola contiana si mostrava con i caratteri dell’evanescenza. Quasi un annuncio, il premier “vaso di coccio tra i due vasi di ferro” (Salvini e Di Maio), di quello schema di sistema politico in cui la cosiddetta “democrazia diretta” travolge tutte le figure di rappresentanza, magari tramite un click su un qualche sito internet dove “il popolo” (?) decide i propri destini. E si racconta che, alle prime riunioni importanti a livello nazionale e internazionale, Conte autodefinitosi, alla prima uscita pubblica, come “avvocato del popolo” - passasse la maggior parte del tempo, prima di intervenire, a consultare telefonicamente i propri referenti politici, i due vicepremier con deleghe a tutto e il suo contrario. E poi una sequenza di dichiarazioni general-generiche, sortite a tre con Salvini e Di Maio, indossando sempre la cravatta meno sgargiante, con possibilità quasi zero di svolgere il ruolo nel rispetto della Costituzione. Le cose sono cominciate a cambiare quando le immotivate euforie a condimento della prima bozza della manovra economica e gli strali leghisti e grillini contro l’Europa hanno sbattuto contro il muro della realtà: che non sono i “numerini” presuntamente cari ai burocrati di Bruxelles, ma il costo dei mutui aumentato a causa dello spread e le aste dei Bot disertate dagli italiani. Da lì in poi, da quando è cominciata la trattativa con la Ue per riscrivere in modo più realistico la manovra, Conte ha cominciato ad assumere spessore.

Anche grazie (sostengono i bene informati) alla sponda, discreta nei modi ma costante nei tempi e nei contenuti, del Presidente della Repubblica. I continui screzi all’interno della maggioranza e le divisioni interne agli stessi cinquestelle ne hanno rafforzato il ruolo di mediatore. Qualcuno ne parla addirittura, per il suo stretto legame con Davide Casaleggio, come del successore designato di Luigi Di Maio. Conte da zero a 100? Se questa ascesa personale va anche a beneficio del Paese, nulla da obiettare.

Daris Giancarlini

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