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La rinascita è ancora lontana

La ricostruzione in Umbria è ancora lontana. Tutto sembra fermo e le ferite del sisma sono ancora drammaticamente evidenti. La fase dell’emergenza non è ancora terminata – si parlava di agosto - ma probabilmente i termini slitteranno ancora.

“La ricostruzione è la fase più complessa spiega a La Voce Paolo Iannelli , ingegnere strutturista, Soprintendente speciale per le zone dell’Italia centrale colpite dal sisma 2016, presso il Mibact, a cui fa capo la gestione della ricostruzione delle chiese. Probabilmente tutto sarebbe potuto essere fatto meglio e in tempi più brevi - spiega ma si è trattato di un sisma eccezionale che ha colpito un’area molto vasta, con scosse significative negli stessi luoghi. Le verifiche sono sostanzialmente finite - prosegue - ma l’opera di messa in sicurezza è ancora in corso. Anche per ingabbiare, fasciare un edificio c’è bisogno di un minimo progetto, sapere con precisione come intervenire. Ci sono fasi che sono state avviate, ma non visibile all’occhio esterno. Rispetto al passato - sottolinea - si è scelto di cambiare rotta decidendo, dove possibile, di intervenire non solo con opere provvisionali, ma definitive, in alcuni casi già nella fase di messa in sicurezza, anche per ottimizzare le risorse a disposizione. Non interverremo solo con la riparazione del danno, ma con un miglioramento sismico che innalzerà il livello di sicurezza degli edifici compatibilmente con la tipologia del bene immobile. Tutto il costruito ha un livello di sicurezza legato al concetto di essere esistente”.

Ad oggi, al fine di riaprire al culto alcune chiese lievemente danneggiate, sono state emanate due ordinanze per tutta l’area del cratere che interessa quattro regioni (la n. 23 del 5 maggio 2017, la n. 32 del 21 giugno 2017). Entrambe prevedono la messa in sicurezza definitiva, da parte delle diocesi quali soggetti attuatori, in Umbria, rispettivamente di 19 e 16 chiese, per importi non superiori ai 300 mila euro: “Proprio in questi giorni dovrebbero partire i primi lavori per consentire la riapertura entro l’anno”. Una terza ordinanza (la n. 38 dell’8 settembre 2017) - spiega Iannelli - darà il via a un Primo piano di interventi di ricostruzione sui beni culturali, per l’Umbria riguarda 16 chiese e comprende anche la basilica di San Benedetto di Norcia. Un’altra ancora è in fase di approvazione. “Si tratta di finanziamenti sicuri – precisa - di cui è indicata la provenienza, e che permetteranno di avviare, entro breve tempo, le procedure amministrative e quindi i lavori”.

Per la basilica di San Benedetto, che - conferma - verrà ricostruita, “è stato previsto un finanziamento di 10 milioni di euro: 6 provengono dalla Comunità europea, 4 dal Commissario straordinario. La Commissione d’indirizzo preposta, presieduta da Luciano Paolucci, appena si riunirà, dovrà produrre gli indirizzi per la progettazione. Intanto si sta lavorando al completamento della messa in sicurezza, di cui si occupa la soprintendente Màrica Mercalli, che nello stesso tempo comprende anche lotti di ricostruzione. Entro l’anno questi lavori potrebbero essere terminati così da consentire di entrare nella chiesa e procedere allo sgombero delle macerie”.

Sono 38 le chiese nel cratere messe in sicurezza dalla Soprintendenza umbra, spiega Marica Mercalli , soprintendente regionale Archeologia, belle arti e paesaggio. Tra loro c’è la basilica di San Benedetto, la cattedrale di Santa Maria Argentea, la chiesa di San Francesco a Norcia, la chiesa di Santa Scolastica fuori Norcia, San Salvatore a Campi, la chiesa di Sant’Antonio a Frascaro, la chiesa di San Pellegrino.

È il Commissario straordinario per la ricostruzione che decide, a seguito dei vari tavoli tecnici a cui partecipano tutti i soggetti interessati, quali edifici sono di pertinenza della Soprintendenza e quali della diocesi, dei Comuni e dei vigili del fuoco. Il passo successivo è quello di stabilire gli interventi, quantificare le risorse e le relative ordinanze. “Per l’abbazia di Sant’Eutizio, per esempio, sia per la messa in sicurezza che per la ricostruzione - spiega Mercalli - la presa in carico sarà della diocesi, anche se i progetti che verranno prodotti saranno visionati da noi, perché si tratta di un bene tutelato”.

Nella chiesa di San Salvatore a Campi, testimonianza storico-artistica tra le più significative dell’area della Valnerina, si è appena conclusa la terza fase di messa in sicurezza dell’interno, dopo la scossa del 10 aprile scorso. “I lavori precedentemente effettuati hanno tenuto bene” precisa. Anche San Salvatore verrà ricostruito: “Sembra completamente distrutta, ma fortunatamente siamo riusciti a recuperare dei grossi blocchi, ora ricoverati al deposito di Santo Chiodo di Spoleto, per cui riusciremo sicuramente a ricostruire tutto”.

Ma altre opere mobili, sepolte dalle macerie, attendono di essere salvate dalla polvere e dalla distruzione in altre chiese del cratere umbro. Il lavoro è ancora lungo.

Manuela Acito

I lavori alla chiesa di San Salvatore a Campi di Norcia

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