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Vocazione maturata ai tempi dell’università

Dal 1° settembre don Marco Armillei è il nuovo parroco di San Michele Arcangelo in Bastia. Lo abbiamo incontrato, parlato con lui dell’accoglienza ricevuta dalla comunità cristiana e dell’imminente festa patronale.

Come è stato accolto dalla parrocchia di San Michele Arcangelo?

“A vedere da come hanno reagito i bastioli, bene. In questi giorni sono state molte le manifestazioni di affetto e vicinanza che mi sono arrivate da diverse parti: dai mezzi di stampa ai social . Credo che la mia entrata sia stata facilitata dal fatto che ormai sono quattro anni che vivo a Bastia, in quanto ero vice parroco nella parrocchia di San Marco e dunque non un viso sconosciuto”.

Come è nata la sua vocazione?

“Trovare un momento preciso nel quale poter far nascere la mia vocazione mi risulta sempre difficile, in quanto vi sono stati una serie di eventi che mi hanno portato a riflettere su ciò che il Signore voleva dalla mia vita. Provengo da una famiglia in cui la religione si è sempre ‘vissuta’, anche se in maniera molto semplice, visto che viviamo in piccolo paese dove, ol- tre la messa domenicale, altro non c’è. Sicuramente un punto di svolta per la presa di coscienza iniziale della mia vocazione è stata l’università, in quanto sono andato ad abitare con altri due ragazzi che, avendo una intensa vita parrocchiale, mi hanno permesso di conoscere altre realtà ed esperienze di Chiesa. Con loro ho fatto il mio primo viaggio a Lourdes con l’Unitalsi, nel quale ho messo fortemente in discussione la mia vita e sul suo senso; sempre con loro abbiamo frequentato per un paio di anni la Fuci. L’arrivo, nel 2005, nella mia parrocchia di un nuovo sacerdote ha permesso che questo mio pensiero lo potessi confidare a qualcuno e così iniziare quel cammino di discernimento che mi ha portato nel 2007, dopo che mi ero laureato e già da un paio d’anni lavoravo, ad entrare in Seminario”.

Che cosa rappresenta il Palio di San Michele per la comunità cristiana di Bastia?

“Il Palio di San Michele, nato nel 1962, in occasione della consacrazione della nuova chiesa parrocchiale da un’idea dell’allora priore don Luigi Toppetti, rappresenta per i bastioli una grande occasione di socializzazione e di unione cittadina sotto l’egida del patrono san Michele all’insegna della creatività, dell’inventiva e del sano spirito agonistico”.

Quali sono i momenti religiosi di questa festa, così sentita e partecipata dai bastioli e non solo?

“Tutto il periodo del Palio, segnato da diverse attività e manifestazioni, trova il suo culmine con la messa solenne nel giorno del santo, il 29 settembre, alla quale segue la processione. Oltre a questo momento, ci sono altri due eventi significativi dal punto di vista religioso: la benedizione dei mantelli e degli stendardi e la veglia della lizza, durante la quale ogni rione si ritrova nella chiesa rionale per un momento di preghiera”.

Insieme a una delegazione diocesana, si è recato a Dublino all’incontro mondiale delle famiglie con il Santo Padre. Quali impressioni le ha suscitato questa esperienza?

“La speranza che il bello che Dio ha donato alle famiglie, nonostante tutto, continua a manifestarsi e a spandere il suo dolce profumo”.

Quali prospettive per la parrocchia in questo nuovo anno pastorale?

“Portare avanti le varie attività già presenti, seguendo le linee tracciate dal Vescovo nel libro del Sinodo”.

Ombretta Sonno

La parrocchia di San Michele Arcangelo

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