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Corridoi umanitari. Un altro canale d’accoglienza in cui sono impegnate alcune Caritas diocesane dell’Umbria

I“corridoi umanitari” sono nati nel 2015 quando la Comunità di Sant’Egidio, insieme con la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, ha presentato un protocollo d’intesa al Ministero per gli Affari esteri e dell’Interno per fare arrivare in Italia in modo sicuro e legale chi scappava da un Paese in guerra. L’anno successivo si è arrivati ad un secondo accordo, questa volta promosso da Sant’Egidio e Caritas italiana. In Umbria sono state accolte attraverso i corridoi umanitari circa 30 persone. La Caritas di Foligno ha ospitato per un anno (tempo di durata del progetto), una famiglia di 12 persone, mamma più figli e nipoti, del Sud Sudan. Ora la famiglia risiede in un centro Sprar. La Caritas di Perugia ha accolto due famiglie siriane, entrambe di 4 persone, con due bambini a carico ciascuna. La prima famiglia accolta è ormai autonoma, il padre lavora e riesce a pagare l’affitto di casa; la seconda famiglia invece è ancora a carico della Caritas diocesana, ma il padre ha cominciato a lavorare, per cui la Caritas ha recentemente ridotto la quota di sostentamento. Anche questa seconda famiglia abita in un appartamento in affitto. La Caritas di Assisi ha accolto con i corridoi umanitari 27 persone dall’Eritrea. 25 sono arrivate nel 2018 e attualmente sono quindi sostenute solo dalla Caritas diocesana, poiché gli aiuti di Caritas italiana durano un anno. Gli altri 2 sono arrivati da poco e per loro il progetto nazionale terminerà nel 2020.

V.R.

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