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#LaPreghieraNonSiFerma

Don Francesco Verzini racconta come cambiano le parrocchie, tra la Messa a porte chiuse e il Rosario su Facebook: “Ma la rete non potrà mai sostituire l’eucarestia”

Don Francesco Verzini, il nostro collaboratore che ogni settimana ci propone “pillole” di liturgia (vedi a pagina 8) è parroco in 3 parrocchie : Piccione, Ramazzano – Le Pulci e Fratticiola Selvatica. Fanno parte dell’Unità Pastorale 20 insieme a Colombella e Bosco, più alcune piccole frazioni che non sono più parrocchia, come Farneto, Pieve Pagliaccia e Montelabate. Nell’unità pastorale collabora con l’altro parroco, don Engjell Pitaqi, e con il suo vicario parrocchiale Fra Damiano ofm, assicurano in tutte le parrocchie le celebrazioni ecuaristiche e l’iniziazione cristiana dei bambini, mentre per tutte le altre attività pastorali, dagli adulti fino ai giovani c’è una offerta pastorale condivisa.

Ma ora che non si può uscire di casa, e con tante comunità distribuite su un ampio territorio, come si fa?

“Abbiamo dovuto sospendere tutto, come in tutta Italia, ma questo non ci ha scoraggiati, anche se non possiamo nascondere la tristezza nel vedere le nostre chiese, i nostri ambienti pastorali, nostro oratorio, vuoti. Per questo sin da subito abbiamo deciso di continuare a vivere come comunità cristiana anche senza incontrarci, facendo del nostro sito – www.up20perugia.it – il luogo temporaneo dell’incontro”.

In che senso? Quali sono le vostre proposte?

“Prima di rispondere a questa domanda vorrei sottolineare, facendomi voce anche di don Engjell e fra Damiano, che la rete mai potrà sostituire il contatto fisico, il ritrovarsi in chiesa a celebrare l’eucarestia, l’incontrarsi per strada per scambiarci due chiacchiere, ma ora non possiamo fare altrimenti ed anzi, non ci stanchiamo mai di dire ai fedeli che rimanere a casa è il primo atto di carità che possiamo compiere verso noi stessi e verso gli altri. Non per questo però il nostro essere comunità viene meno perché, come scriviamo nei nostri account social, #LaPreghieraNon-SiFerma ”.

Dunque cosa fate attraverso il sito web?

“Dalle catechesi quaresimali, caricando ogni domenica materiale audio e testo per i grandi al materiale pensato per i bambini e i ragazzi in età da catechismo così da poter dare a tutti la possibilità di riflettere e pregare in famiglia. Inoltre con l’equipe animatori utilizziamo sia i social che altre app che ci permettono di collegarci con tutti i nostri giovani, anche solo per un saluto. In tutto ciò chiaramente siamo a disposizione, noi come alcuni nostri parrocchiani, qualora ci fosse bisogno e con le dovute precauzioni e attenzioni ad aiutare le fasce più deboli con piccoli servizi come acquisto farmaci o cibo”.

E per la messa o altri momenti di preghiera?

“Anzitutto, ognuno di noi sacerdoti celebra l’eucarestia quotidianamente in una delle chiese parrocchiali o nel convento, a porte chiuse quindi senza il popolo. Questo anche la domenica invitando però i nostri fedeli ad unirsi alle ore 11.00 in comunione di preghiera dalle loro case. Non facciamo dirette social o streaming della celebrazione eucaristica per molti motivi, ma in particolare perché preferiamo che i nostri fedeli si colleghino con la messa feriale del papa e con la messa domenicale del cardinal Bassetti. Ciò che invece trasmettiamo in diretta social sono un appuntamento quotidiano ed uno settimanale. L’appuntamento quotidiano è alle ore 12.00, quando i nostri campanili hanno appena suonato il mezzogiorno, per la benedizione di tutti i nostri paesi con le reliquie dei santi Sebastiano, Antonio Abate e Rocco, tradizionalmente invocati contro le epidemie. L’appuntamento settimanale è il rosario in diretta facebook, il venerdì sera alle 20.45 per tutte le intenzioni dei nostri parrocchiani. Infine, cerchiamo di insistere sulla dimensione della preghiera in famiglia, dando indicazioni per poter pregare con la meditazione della Parola di Dio ma anche con altre forme di preghiera”.

Cosa vi manca e quale è la vostra speranza?

“Ci manca soprattutto il contatto personale con i nostri parrocchiani, in particolare nelle celebrazioni. Più di tutto però ci mancano i nostri anziani e malati, che per prudenza e per tutela nei loro confronti non possiamo andarli a visitare come facevamo. La speranza è che l’emergenza trovi la sua conclusione con il minor numero di vittime possibili e quando avremo debellato il virus allora ci si rincontrerà, ci si riabbraccerà, e si celebrerà nuovamente l’eucarestia insieme, e quel giorno faremo davvero fasta e canteremo pieni di gioia come Israele per la liberazione dall’esilio di Babilonia, testimoniata da alcuni Salmi, e il loro ritorno alla Città Santa.

M.R.V.

La benedizione delle 12

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