Bookmark and Share

Luci e ombre nel percorso verso la sostenibilità, in Italia e in Umbria

Come si evince dagli esiti dei più recenti incontri internazionali - da ultimo, il Cop25 di Madrid, nella prima metà del dicembre 2019 - dedicati al tema dello sviluppo sostenibile, non si sta facendo abbastanza per mantenere gli impegni assunti nel 2015, nel quadro dell’Agenda 2030, per il raggiungimento dei 17 obiettivi in essa stabiliti (Obiettivi di sviluppo sostenibile, ovvero Sustainable Development Goals , o Sdgs).

Il rapporto Asvis 2019 (presentato in ottobre 2019, redatto con il contributo di 600 esperti; l’Associazione per lo sviluppo sostenibile è punto di riferimento in Italia per il dibattito e la ricerca su tale tema), sottolinea come, tra l’altro, i tassi di povertà non stiano diminuendo a velocità sufficiente per raggiungere l’obiettivo di abolire la povertà estrema entro il 2030 (obiettivo 1 dell’Agenda; rapporto Asvis 2019, p. 18).

Nei Paesi Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) appaiono ancora lontani gli obiettivi legati alla sconfitta della fame (ob. 2) e alla buona qualità delle Istituzioni (ob. 16: Pace, giustizia e istituzioni solide), nonché quelli relativi all’inclusività, quali la parità di genere (ob. 5) e la riduzione delle disuguaglianze (ob. 10).

Quanto all’Unione europea, tra il 2010 e il 2017 non si sono riscontrati miglioramenti di rilievo negli obiettivi 1, 2, 10 e 16. I risultati aggregati nascondono però situazioni molto differenziate tra gli Stati membri dell’Unione.

In Italia, si rilevano segni di miglioramento (cioè di progressi nell’avvicinamento all’obiettivo corrispondente) in nove aree, tra cui alimentazione e agricoltura sostenibile, salute, educazione e uguaglianza di genere. La situazione invece peggiora relativamente a sei aree: povertà, condizione economica e occupazionale, condizioni delle città, condizione dei mari, ecosistema terrestre, pace e giustizia, e istituzioni solide. Relativamente al contrasto alla povertà, sia quella assoluta che quella relativa, nel biennio 2016-2017, raggiungono un massimo elevato (rapporto Asvis 2019, p. 77).

Attraverso indicatori compositi regionali, è possibile verificare il grado di attuazione dei singoli Sdgs o, più precisamente, di avvicinamento (variazione positiva) o di allontanamento (variazione negativa) rispetto al valore obiettivo perseguito.

Per l’Umbria, con riferimento al periodo 2010-2017, un aumento non trascurabile, tra il 5% e il 10%, si osserva per “Salute e benessere”, “Lotta alla fame”, “Istruzione di qualità”, “Imprese, innovazione, infrastrutture”. Una espansione di spicco, tra il 10% e il 15%, riguarda la “Riduzione delle disuguaglianze”, grazie all’incremento del reddito familiare pro-capite per il 40% più povero della popolazione, e il “Consumo e produzione responsabili”, per miglioramenti conseguiti nella raccolta dei rifiuti urbani. Peggioramenti contenuti, entro il -5%, si rilevano, tra l’altro, per “Lavoro dignitoso e crescita economica”, e per “Lotta alla povertà” (rapporto Asvis 2019, p. 84).

L’analisi compiuta nel rapporto Asvis può trovare conferma ed essere utilmente integrata dal rapporto Istat 2019 (presentato a dicembre 2019) sul Bes (Benessere equo e sostenibile), in cui viene proposta una rappresentazione dell’andamento di questo in 15 domini di benessere (tra cui salute, lavoro, relazioni sociali, ambiente…) sia a livello dell’Italia (e dei tre aggregati Nord, Centro e Mezzogiorno) che nelle singole Regioni.

Nel confronto tra il 2018 e il 2010, si registra in Italia una complessiva espansione dei livelli di benessere nei territori. Criticità, anche di rilievo, sono presenti nei domini lavoro e conciliazione, benessere economico, relazioni sociali, innovazione, ricerca e creatività (Banca d’Italia, rapporto Bes 2019, p. 12).

L’Umbria: per ciò che ci riguarda specificamente, si registra una variazione positiva, e superiore a quella dell’Italia e del Centro Italia, sul fronte di istruzione e formazione. La percentuale di persone di 25-64 anni che hanno completato almeno la scuola secondaria di II grado è maggiore rispetto all’Italia e anche rispetto al Centro; lo stesso può dirsi per le persone che hanno partecipato ad attività di formazione e di istruzione (rapporto Bes, p. 227).

L’Umbria presenta inoltre una dinamica comunque migliore dell’Italia, e del Centro Italia, sul fronte delle relazioni sociali, della qualità del lavoro, del paesaggio e patrimonio culturale. È contraddistinta da un andamento positivo, in linea con Italia e Centro Italia, per la salute e l’ambiente, la politica e le istituzioni. Manifesta invece una dinamica in chiaroscuro (in linea con il Centro Italia, ma migliore dell’Italia), sul fronte dell’occupazione, del reddito e disuguaglianza, delle condizioni economiche minime.

Un andamento nettamente meno positivo, rispetto a Italia e a Centro Italia, si osserva per innovazione, ricerca e creatività, e una dinamica addirittura negativa, in linea con Italia e Centro Italia, con riferimento alla soddisfazione per la vita. Ma su questi domini economici e sociali è interessante esaminare più in dettaglio alcuni indicatori stimati nel rapporto Bes 2019, interpretarli alla luce dell’ultimo rapporto Aur su economia e società umbre (presentato a dicembre 2019), e accennare ai requisiti richiesti alle politiche di sostenibilità da attivare in corrispondenza (posti in evidenza nel rapporto Asvis 2019), anche alla luce delle prospettive proposte dalla Economy of Francesco , in discussione nel marzo prossimo.

Pierluigi Grasselli

economista, Osservatorio povertà Caritas Pg

Da segnalare nella nostra Regione, nel periodo 2010-2017, un aumento positivo non trascurabile nei settori Salute e benessere, Lotta alla fame, Istruzione di qualità, Imprese, innovazione, infrastrutture

Bookmark and Share